La formazione continua…questa grande sconosciuta! Nelle piccole e medie imprese italiane la formazione continua è spesso vista e vissuta, sia da parte dei titolari sia dei dipendenti, come un servizio poco utile allo sviluppo della propria attività, del proprio business.

Ma è davvero così? Occupandomi e occupandoci di formazione ovviamente la risposta è no. O almeno la formazione che viene progettata con l’azienda sulla base di un’analisi puntuale e condivisa dei fabbisogni formativi.

Negli ultimi 2 anni, alla velocità, incertezza e complessità del mercato si è assistito anche ad un aumento della precarietà e fragilità del sistema socio-economico a causa della pandemia. Quest’ultima, a sua volta, ha innescato una velocizzazione del processo di trasformazione digitale impattando così in modo “pesante” sul mercato del lavoro rendendolo sempre più competitivo, specialistico e “instabile”.

La situazione è piuttosto critica, mancano professionalità e lavoratori: il divario tra competenze ricercate e offerte è in aumento e il mondo della scuola non è al passo con i tempi, non riesce a immettere sul mercato del lavoro giovani formati per le professioni richieste. Da qui la nascita in Italia, negli ultimi anni, degli Istituti Tecnici Superiori, “scuole di eccellenza ad alta specializzazione tecnologica post diploma che permettono di conseguire il titolo di tecnico superiore. Sono espressione di una strategia fondata sulla connessione delle politiche d’istruzione, formazione e lavoro con le politiche industriali”.

Ma non in tutte le regioni italiane sono attivi e i tempi per “mettere in piedi il sistema scolastico post diploma” non è così immediato, con la conseguenza che le aziende di grandi dimensioni, sempre più spesso creano al proprio interno, una scuola ad hoc mentre quelle di medie e piccole dimensioni, che necessitano di lavoratori con competenze qualificate e “aggiornate”, comprendono che è sempre più strategico e determinante per la competitività del proprio business, progettare e realizzare percorsi di formazione interni, mirati all’aggiornamento e alla riqualificazione dei propri lavoratori.

Nel 2022 Randstad Employer Brand Research ha realizzato una ricerca sul contesto lavorativo italiano ed è emerso in modo chiaro come la formazione aziendale sia considerata “uno dei benefit più importanti per il 65% dei lavoratori italiani, percentuale che sale al 75% se si considerano gli under 35 con un livello di istruzione più elevato”. La formazione non è quindi solo uno strumento fondamentale per la competitività dell’azienda ma è soprattutto uno strumento di “employee retention” ovvero di “mantenimento/conservazione del lavoratore”.

La formazione, quella progettata sulla base delle esigenze reali dell’azienda e sulla crescita del lavoratore è quindi un potente strumento di attrazione e motivazione del personale. E, tra l’altro la formazione è fortemente supportata da un sistema di contributi nazionali, come il Fondo Nuove Competenze, oppure provinciali, tramite l’Agenzia del Lavoro, oppure ancora dai fondi paritetici delle organizzazioni sindacali che permettono alle imprese di abbattere il costo dell’organizzazione, delle docenze e, talvolta, anche dei lavoratori in formazione.

La formazione, quella progettata “bene” è un percorso pluriennale, agganciato al piano strategico, che ha percorsi mirati per ogni lavoratore, che valorizza le soft skill ovvero le competenze “immateriali/trasversali” della forza lavoro e che utilizza gli strumenti di finanziamento per abbattere il costo dell’investimento, perché di questo si tratta: la formazione è un investimento dell’imprenditore e del lavoratore sul futuro dell’azienda e del lavoratore all’interno di essa.

La formazione, quella pensata, è “continua” ovvero non fondata sul “qui e ora” ma sulla visione e anticipazione del futuro e ha quindi bisogno di essere permanente e periodica. Per essere efficace quindi va oltre l’aula ovvero diventa un accompagnamento consulenziale che supporta la crescita professionale e personale dei lavoratori.

È un’opportunità che ha un impatto positivo sulla gestione delle risorse umane, ha un ritorno economico e strategico importante grazie alla specializzazione dei propri lavoratori oltre essere sempre più strategica per la reputation dell’azienda verso l’esterno, in particolare verso i lavoratori.

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