Sostenibilità, sviluppo sostenibile, indicatori ESG, certificazioni di sostenibilità, rating di sostenibilità, sono tutti termini che in questo periodo sono al centro del confronto dell’opinione pubblica e di ogni ragionamento legato alle imprese e ai loro indirizzi strategici di medio lungo periodo.

È tanto tempo che si parla di sostenibilità. Era il 1987 quando il rapporto “Our common future” della World Commission on Enviroment and Development dell’ONU diede la definizione di “sostenibilità” come lo sviluppo che soddisfa i bisogni delle generazioni attuali senza compromettere la capacità delle future generazioni di soddisfare i propri.

Era il 2009 quando sull’Harvard Business Review apparve l’articolo “Why sustainability is now the key driver of Innovation” in cui si sosteneva che non ci sono alternative allo sviluppo sostenibile.

Nel 2015 viene definita l’agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile che è un programma teso a porre fine alla povertà, a proteggere il pianeta e a garantire che ogni persona goda di pace e prosperità entro il 2030.

L’agenda 2030 propone 17 obiettivi (sustainable Development Goal) declinati poi in 167 traguardi.

Questi goals e i relativi traguardi pervadono la vita delle persone e delle organizzazioni da tutti i punti di vista ed impegnano istituzioni, imprese, famiglie e individui ad adottare comportamenti ed azioni volte al loro perseguimento nell’interesse della collettività.

Si consideri poi che per tutti questi traguardi l’intento è quello di far discendere una serie di indicatori attraverso i quali misurare e monitorare il cammino verso la sostenibilità di ogni stato, sistema produttivo, impresa, famiglia, cittadino.

Focalizzando l’attenzione sul sistema produttivo e dunque sulle imprese (che da sempre rappresentano il punto di riferimento per Dream) risulta evidente che alcuni di questi obiettivi assumono una rilevanza particolare e portano a fare una serie di riflessioni anche in merito ai conseguenti indicatori di monitoraggio.

Sull’esperienza di chi scrive, che ormai da vent’anni opera a supporto del sistema delle PMI del nord-est, gestire e monitorare un’azienda passa da un set di indicatori che permettono di presidiare le aree fondamentali di gestione dell’impresa e che possono essere ricondotti ai tre elementi chiave della sostenibilità: Enviromental, Social e Governance.

Si tratta delle seguenti aree di presidio:

  1. Economica: ovvero l’esigenza di misurare e monitorare la capacità dell’azienda di generare margine tra ricavi e costi garantendo equilibrio economico;
  2. Patrimoniale: riguarda la capacità dell’azienda di gestire investimenti e fonti di finanziamento in modo equilibrato e dunque garantendo coerenza tra la durata delle linee di finanziamento e il legame dei fattori produttivi all’organizzazione;
  3. Finanziaria: ovvero la capacità dell’azienda di far fronte, attraverso i flussi di denaro in ingresso, ai vari impegni di pagamento che si manifestano nel breve e medio periodo;
  4. Ambientale: legata all’utilizzo di risorse naturali e più in generale all’analisi dell’impatto ambientale generato dall’azienda e dall’attuazione di una serie di azioni di ottimizzazione e di riduzione delle ricadute;
  5. Produttiva: legata ad indicatori di efficacia ed efficienza delle risorse utilizzate all’interno dell’azienda per ottimizzarne la produttività. L’Italia è uno dei paesi che soffre dal punto di vista della produttività delle proprie aziende e dunque questa rappresenta un’area di presidio di fondamentale importanza;
  6. Risorse umane: le persone sono oggi la risorsa fondamentale di ogni organizzazione. Attuare, monitorare e migliorare le politiche per il personale sicuramente rappresenta un driver per garantire sostenibilità e futuro all’organizzazione;
  7. Sociale: la gestione di un’impresa genera ricadute su una serie di portatori di interesse che meritano di essere mappati, gestiti e coinvolti (ove possibile) nell’ottica di uno sviluppo dell’azienda integrato con il territorio in cui si colloca e da cui trae e genera risorse e benefici;
  8. Innovazione: senza ricerca, idee, innovazione il futuro di un’organizzazione è segnato… è solo questione di tempo! Di conseguenza individuare e gestire indicatori di innovazione è uno strumento fondamentale per garantire sostenibilità e futuro all’impresa.

Presidiare questi aspetti e la loro declinazione operativa è, a parere di scrive, un modo per perseguire contemporaneamente l’interesse per lo sviluppo sostenibile e l’interesse dell’imprenditore.

La sostenibilità e lo sviluppo sostenibile non sono dunque un tema di moda o un “peso” per le organizzazioni che genera costi e garantisce lavoro ad un gruppo di consulenti e di professionisti della sostenibilità ma è una scommessa vera a cui è legato il futuro delle nostre imprese e più in generale del sistema produttivo locale e nazionale.

Ma la sostenibilità non è fatta di parole, di proclami, di dichiarazioni … la sostenibilità è fatta di indicatori, di dati, di misurazioni in grado di cogliere, in modo oggettivo, le ricadute che l’attività operativa dell’impresa genera nelle sue otto dimensioni di presidio. 

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