Dopo la YOLO economy (You Only Live Once – “si vive una volta sola”) quella, per intenderci, del fare il lavoro che piace, che si reputa più utile e interessante, che possa essere fatto in luoghi non tradizionali e con orari flessibili oggi si parla di Passion Economy nella quale le persone fanno, della propria passione, una fonte di reddito.
La passion economy, termine coniato dal giornalista economico Adam Davidson, si riferisce a “attività amatoriali, artigianali e professionali che, spesso diffuse dal web, creano nuove catene di valore”. È un’economia, come quella YOLO cresciuta con il Covid-19, che si fonda sull’essere imprenditori di se stessi, professionisti alla ricerca di un lavoro che dia soddisfazioni e che hanno messo in discussione il proprio lavoro in quanto “soldi e successo” non sono sufficienti nella vita.
In entrambi i casi il concetto di lavoro è nuovo, scardina quelli tipici dell’orario e luogo dato, ed è nelle corde delle nuove generazioni che sono alla ricerca di senso e di autonomia decisionale e lavorativa.
Uno studio dello scorso anno di SumUp, fintech leader nel settore dei pagamenti digitali, ha stimato che la passion economy, a livello globale, vale 38 miliardi di dollari e, la tendenza, nei paesi sviluppati, è in crescita. “Trasformare il proprio lavoro in passione è tipico dell’economia dei creatori di contenuti digitali ma anche degli artigiani hobbisti che, grazie al web possono vendere i propri prodotti al mercato globale. Il mercato globale dell’artigianato ha, infatti, raggiunto un valore di 647,57 miliardi di dollari nel 2020 e si prevede che raggiungerà i 1.204,7 miliardi di dollari entro il 2026” sottolinea lo studio di SumUp.
Ma come impattano queste nuove forme di economie sul mercato del lavoro?
Dalla “fatica” che molte imprese stanno facendo nella ricerca di lavoratori direi che stanno trasformando il mercato del lavoro. Nella “parte ricca del pianeta” c’è una forte spinta a diventare “imprenditori di se stessi”, le persone non sono più disposte, o lo sono sempre meno, a barattare tempo della propria vita personale con un’ora di straordinario, quello che fino a ieri era scontato: avere un posto di lavoro fisso e carriere definite, oggi è messo in discussione dal mettere a frutto le proprie passioni, dal benessere personale e dalla possibilità di fare scelte autonome.
E quindi? Che fa un’impresa che è alla ricerca di lavoratori?
Innanzitutto, l’impresa che assume è necessario faccia un lavoro su di sé per capire, come in un processo di vendita, chi si è e a chi si rivolge. È quindi fondamentale avere chiaro cosa si può offrire non solo in termini economici e di ruolo ma anche di welfare aziendale, di opportunità formative e di carriera oltre che di “clima aziendale” e, in seconda battuta, profilare e conoscere un po’ meglio quali sono i valori e le passioni che influenzano le scelte professionali dei Millennials e della Generazione Z, per mettere a frutto nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro, quei fattori immateriali che motivano i lavoratori e li fanno sentire parte di un “qualcosa”.
Secondo Romano Benini, docente universitario e giornalista, “fare ciò che piace è l’elemento di fondo della quarta rivoluzione industriale”, mettere a frutto le proprie passioni è quindi un fattore sempre più centrale nella scelta del lavoro, sia esso in azienda o in proprio.
Ma per mettere a frutto le proprie passioni è indispensabile avere le competenze giuste. Alla base quindi del successo del lavoro di oggi vi è il mix passione e competenza.
Concetti che sono si ritrovano nelle storie di successo di professionisti come l’astronauta Samantha Cristoforetti che ai giovani consiglia di “scegliere la strada più difficile” e credere in sé stessi, nei propri sogni e nelle “proprie capacità di impegno e fatica” oppure di Chiara Ferragni, fashion blogger che ha trasformato una passione in un business milionario, grazie al fiuto per gli affari e allo sviluppo di competenze mirate oppure ancora di Siniša Mihajlović, giocatore e allenatore di calcio, scomparso da pochi giorni, che ha fatto della propria passione per il calcio un mestiere, grazie allo spirito di sacrificio, all’impegno e alla volontà di migliorarsi.
Casi di successo che vorrei fossero letti, non come “beh ma loro possono, loro hanno” ma come spunti di riflessione per comprendere che il lavoro oggi è sempre più legato al tema della motivazione e della competenza.
Il giornalista Benini in un recente articolo su Millionarie afferma che “l’essere umano intensifica i suoi sforzi quando è mosso dalla passione” e raggiunge i propri obiettivi grazie alla “competenza, oggi indispensabile” per tutti i lavoratori.